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Dal cortometraggio 'Noi' |
Il romanzo “Noi, sulla spiaggia di Tenerife” di Joe Lake e
Isabella Cornacchia diventerà presto un film per la regia di Helen Kine, già
noto per i suoi numerosi film e cortometraggi presenti anche alla Mostra del
Cinema di Venezia.
Il regista Helen Kine |
La scrittrice Joe Leke |
Al progetto hanno partecipato attori già conosciuti al mondo
dello spettacolo, come l’attore vigontino Giuliano Mozzato, Nicoleta Nebi,
Giovanni D’Amato e Michele Bononi, già voce narrante nel booktrailer
Cannibalism. Gli splendidi abiti presenti nelle varie scene ed indossati dalla protagonista sono stati realizzati proprio dalla stilista di MR Magda ERRE, Magda Rampazzo, che per l'occasione ha voluto realizzare degli abiti capaci di interpretare le differenti emozioni di Nicole, nelle sue varie situazioni di vita.
Il cortometraggio è in fase di ultimazione e verrà
presentato in molti festival del Cortometraggio.
Isabella Cornacchia nel ruolo di Nicole |
Gli attori Giuliano Mozzato e Isabella Cornacchia |
Dal cortometraggio 'Noi' |
L'attore Giovanni D'Amato nel ruolo di Ruben (Bahia del Sole) |
Domenica
scorsa, 21 marzo, è stato girato uno dei “ciak” più importanti del
mediometraggio di Giuliano Giuly Mozzato e Veneto Film “Vera storia di due
amanti infelici”.
La splendida Abbazia benedettina di Praglia ha fatto da cornice alle riprese. Luogo di spiritualità, il monastero situato presso Teolo, sui colli Euganei si prestava perfettamente all’ambientazione scenica di questa parte del film.
Il paesaggio
magico accompagnava la partenza verso Milano di Jacopo, interpretato
dall’attore Lazam Abazi e il suo servo Michele (Fabio Della Tomba) in carrozza
trainata dal purosangue Gastone, appartenente all’agriturismo “Il Calesse”
gestito dalla signora Betty.
Se quella dolce terra distesa tra le rive del Lago di Garda
e la città di Verona attorno alla metà degli anni 60 si è trasformata da povero
territorio di stentata agricoltura in fiorente distretto industriale, lo si
deve a un uomo con un paio di forbici in tasca e due spilli appuntati sulla
camicia.
Si chiama Nicola Martinelli, di professione sarto.
A Lazise è il sarto per eccelenza, da sempre, anche adesso
che il testimone delle fabbriche Martinelli è passato nelle mani dei figli
Maria Teresa e Vittorio.
Come afferma lui stesso: "Ho sempre ritenuto la
sartoria una vera e propria arte, perchè c'è bisogno di creatività e ingegno
per disegnare e realizzare un bell'abito. E io, modestamente, ci sapevo
fare".
Nato in una famiglia di umile condizione a Sandrà, una
frazione di Castelnuovo del Garda, il piccolo Nicola fu subito attratto
dall'attività di sartoria che mamma e sorella praticavano in casa con
quell'affascinante macchina da cucire a pedale.
Timido, magro, troppo gracile di fisico per seguire le orme
del padre che era muratore, decise che voleva fare il sarto e dodicenne, entrò
come apprendista nella bottega di Carlo Negri a Castelnuovo, la più rinomata
sartoria della zona.
Poi la guerra e le sue ristrettezze, il primo laboratorio
aperto in paese con la sorella Edria e poi quello di Pastrengo.
Ma la svolta fu la partenza per Milano nel 1949.
Tra i clienti di Martinelli c'era anche un giornalista del
Corriere della Sera, Alessandro Minardi, che scriveva anche sul Candido, il
combattivo settimanale fondato e diretto da Giovanni Guareschi, il padre di Don
Camillo e Peppone, e allora all'apice della notorietà.
Fu Minardi, amico
fraterno dello scrittore, il tramite che lo fece incontrare con Guareschi.Per
il sarto veronese questa sarebbe stata la
sua svolta professionale. Era il 1951 e Martinelli avrebbe confezionato
per l'inventore di don Camillo oltre una decina di abiti.
I due erano così in confidenza, che qualche volta negli articoli
di Guareschi spuntava un"come dice il mio sarto Nicola Martinelli". E
così, per tutti l'umile artigiano di Sandrà divenne "il sarto di
Guareschi".
E a metà degli anni
50 l'atelier Martinelli poteva annoverare tra la sua clientela mezza
"Milano bene".
Ma Martinelli, che fin da ragazzo aveva sempre avuto il
culto della famiglia, aveva un altro sogno nel cassetto: quello di tornare al
suo paese e aprire lì una nuova sartoria coinvolgendo la famiglia e avviando
un'attività industriale che portasse lavoro e benessere nella sua terra. Ciò si
è avverato, grazie all'idea di produrre collezioni femminili a livello
industriale, avvalendosi anche del lavoro a domicilio.
Dal 1961, data dell'apertura del primo capannone, questa
terra ha conosciuto un'enorme sviluppo economico, trainato dal sorgere del
distretto veronese del "prontomoda". E l'artefice di questa
rivoluzione si chiama Martinelli, un uomo con "stoffa" da vendere.
Ricordiamo
il Mozzato come produttore nonché interprete di serie cinematografiche come la
“Mala del Brenta”, in stile poliziesco “Il commissario Maretti” e
“Il Caso Ferri” nonché cortometraggi. Il “Mistero di Tommaso da
Mantova” è stato presentato al padiglione di Regione Veneto e anche il “Segreto
del Conte Lonzina”, la cui prima visione è stata inserita nell’agenda del
Festival del Cinema di Venezia 2019.
In questa nuova opera, Giuliano Mozzato interpreta la parte del Parini, amico di Jacopo, protagonista del film.
Giuliano Mozzato nel ruolo di Parini e Lazam Abazi nella parte di Jacopo Ortis |
Il regista è Helen Kine già noto per aver diretto “Il mistero di Tommaso da Mantova” e come assistente alla regia di numerosi altri film.
Il regista e vicepresidente della Veneto Film Helen Kine |
Produttori di questo lavoro cinematografico sono lo stesso Mozzato e la Veneto Film, la cui presidentessa è Nicoleta Nebi e vicepresidente è Helenio Cicciarello. Quest’opera impegnativa verrà offerta alle scuole medie statali e sarà oggetto di studio, dato che si ispira ad un grande della letteratura italiana dell’800. In seguito, andrà in distribuzione.
L'attrice Vera Atyushkina e l'attrice e produttrice Nicoleta Nebi |
A rendere l’opera il più veritiera possibile, Mozzato si è avvalso di splendide location, tra cui la splendida villa di proprietà dei Fattoretto, Villa Badoer Fattoretto risalente alla prima metà del 700 circondata da un vasto parco, nel cui interno si aprono saloni fastosi, il museo degli antichi mestieri e una cantina di vini veneti pregiati.
Un altro luogo degno di nota è l’agriturismo “Il Calesse” a Saletto di Vigodarzere, di cui è titolare la signora Betty che gentilmente ha messo a disposizione per l’attuazione di alcune scene i suoi splendidi cavalli, tra cui Mixer, un superbo stallone cavalcato da Lazam Abazi, nel ruolo di Jacopo Ortis. Tra lo stesso attore e Mixer è nato un forte legame di amicizia. La signora Betty si renderà anche disponibile per fornire un prezioso aiuto negli ultimi ciak che si gireranno presso l’antica Abbazia di Praglia.
Scene girate grazie alla disponibilità della signora Betty proprietaria dello splendido stallone Mixer |
Tra gli interpreti di questa inedita, mai realizzata prima, opera cinematografica si annovera il nome della nota attrice, nonché ex velina di “Striscia la Notizia”, Vera Atyushkina che ha dimostrato un talento toccante nelle scene girate presso la tomba del Foscolo nel complesso cimiteriale settecentesco di Paluello di Strà. La sua bravura artistica si è poi espletata nelle scene drammatiche girate in Villa Fattoretto.
L'attrice Vera Atyushkina nel ruolo della madre di Jacopo |
Truccata da Chiara Salviato e pettinata dalla parrucchiera Greta Busatto, titolare del salone We, Vera Atyushkina ha saputo immedesimarsi pienamente nel ruolo della madre del protagonista.
Altra
interprete di spicco è l’attrice protagonista Fiammetta Ventura nel
ruolo di Teresa di cui Jacopo è follemente innamorato.
L'attrice Fiammetta Ventura nella parte di Teresa |
A fornire un prezioso supporto artistico sono stati: il centro estetico Ninfea di Stefania Frigo e Cristina Galenda nonché la stilista, costumista Magda Rampazzo del marchio MR MAGDA ERRE.
Un altro
nome di spicco presente nel cast del film è Filippo Gualandi, conosciuto
al grande pubblico per essere stato eletto “Il bello d’Italia” 2020.
Un
ringraziamento speciale va al fotografo Antonio Peruzzo, noto come TONY ART,
e allo sponsor EDILKOMPLAST sempre attivo e partecipe alla
lavorazione ed ai successi dei mediometraggi della Veneto Film.
INTERVISTE A PROTAGONISTI E COLLABORATORI DEL MEDIOMETRAGGIO
Elisa Franco, un talento tutto italiano e soprattutto
siciliano. La incontriamo di nuovo, dopo la nostra prima conoscenza in
occasione della prima nazionale del film "Midway - tra la vita e la
morte". Sono passati alcuni anni e la sua carriera artistica si è
costellata di successi e di soddisfazioni che grazie, a questa nostra
intervista, conosceremo più approfonditamente.
Elisa, ci risentiamo dopo un po’ di tempo dalla nostra
ultima intervista, so che ci sono state molte novità da allora, hai voglia di
raccontarcele?
- Si è vero; tre anni fa usciva “Midway- Tra la
vita e la morte” di John Real e iniziava dopo tanti anni di
teatro la mia prima vera avventura cinematografica, nonostante avessi già preso
parte a diversi cortometraggi. Da allora un susseguirsi di pellicole molto
interessanti e diversificate che mi hanno dato la possibilità di confrontarmi
con ruoli molto belli e particolari. Per un'attrice affrontare ruoli fortemente
differenti tra loro è indubbiamente una forma di crescita professionale molto
intensa, che ti dà enormi soddisfazioni.
E’ uscito da pochissimo un tuo ultimo film dal titolo
‘Ballando il silenzio’ in cui recita anche Sandra Milo, di cosa tratta e
quale parte interpreti tu?
- “Ballando il silenzio” è un film prodotto
dal CAM (Centro Artistico del
Mediterraneo) presieduto da Francesca Barbera e
firmato dal regista messinese Salvatore Arimatea, con cui avevo già
lavorato qualche anno fa in “Buonanotte fiorellino”. La sceneggiatura è
scritta a quattro mani dallo stesso Arimatea e da Tosi Siragusa .
Ambientato nel travolgente mondo del tango, il film
racconta una toccante storia di disagio sociale e solitudine, trattata con
estrema delicatezza. La protagonista è Marina Suma, coadiuvata da un cast
eccellente in cui compaiono tra gli altri: Mario Opinato, Sandra
Milo, Fioretta Mari.
Il mio è un ruolo che ha a che fare con la disabilità,
la malattia. Una prova difficile, sulla sedia a rotelle; un carico di tensione
forte ma estremamente emozionante nella sua drammaticità. Ho avuto modo di
entrare in contatto con queste realtà, con persone che vivono davvero questi
disagi e mi sono portata dietro un bagaglio di umanità e di tenerezza che mi ha
arricchita molto. Già alla sua prima uscita il film ha ricevuto gli applausi
del numeroso pubblico presente e a breve rappresenterà l'Italia al Brighton Film
Festival in Inghilterra.
Vedendo il tuo ultimo showreel, peraltro molto ben
fatto, mi ha intrigato il film ‘Angeli’, mi piacerebbe sapere che tematica
tratta e se è già uscito, o uscirà al cinema?
- “Angeli” è un film di Salvatore Bonaffini, un
giovane talentuoso regista che cerca di portare avanti le sue idee attraverso
il sempre più presente, cinema indipendente. Il film è un fantasy che
oltrepassa i confini del reale ed ha come protagonisti un gruppo di ragazzini;
il mio personaggio, l'enigmatica Marlene Fox, insieme al perfido professor
Khails, trascinerà i ragazzini in un'avventura intrisa di mistero e li farà
entrare in contatto con degli angeli che animeranno un cimitero di notte,
correndo in aiuto dei piccoli protagonisti e raccontandosi al pubblico
attraverso il proprio vissuto.
E' uscito nelle sale l'inverno scorso e, nonostante
le difficoltà legate alla sua distribuzione, è stato molto bene accolto ed
apprezzato dal pubblico.
Oltre al cinema, so che fai anche tanto teatro,
emozioni diverse suppongo, ce ne puoi parlare?
- Il teatro è e resterà sempre il mio primo amore; ma indubbiamente ti dà emozioni diverse dal cinema. Sono due forme d'arte parallele ma estremamente diverse persino nella tecnica. Non riesco a dare una preferenza all'uno o all'altro. Li amo in modo diverso ma intenso. Ho mosso i miei primi passi sulle tavole del palcoscenico a soli 16 anni; ho studiato tanto, mi sono confrontata con diverse forme di pensiero e con personaggi forti e importanti nel corso degli anni. Tutti mi hanno lasciato qualcosa, tutti mi hanno aiutata a crescere e a migliorarmi. Ciò che realmente si instaura tra attore e personaggio è una magia incredibile, uno scambio emozionale forte, quasi estremo, che una volta portato davanti al pubblico fluisce dentro lo spettatore e lo conduce per mano dentro un sogno, bello o brutto che sia, ma fatto di battiti, di respiri, di emozioni.
Un premio importante ricevuto ultimamente,
raccontaci un po’ di cosa si tratta e l’emozione che hai provato nel riceverlo.
- Il 2015 è stato un anno lavorativo pieno e ricco
di soddisfazioni. In realtà sono due i riconoscimenti importanti ricevuti
ultimamente. Il primo è arrivato al Festival Internazionale del Cinema
Mendicino Corto, a Cosenza. Ho ricevuto il Premio Massimo Troisi come attrice
protagonista del film “Angeli”, consegnato dal regista calabrese Franco Barca,
con cui ho girato il bellissimo film “Arcangela Filippelli, martire della
purezza”, proiettato durante lo stesso festival. In estate è arrivato poi il
Premio Speciale “EtnAci Film Festival” consegnatomi dall'attore e regista
Enrico Pappalardo, a coronamento dei miei primi 25 anni di carriera. Una bella
emozione, forte, che ti ripaga dei tanti sacrifici di una vita interamente
dedicata all'arte.
Al momento sto completando le riprese di una
produzione estera con il regista internazionale Roberto Luis Garay, da cui ho
appreso “Moebius” un nuovo metodo di attuazione basato sulle tecniche
gitano/russe. Un seminario di studi che a breve sarà inserito all'interno di
importanti percorsi formativi della cinematografia nazionale. Per quanto
concerne il teatro a breve replicheremo uno spettacolo portato in scena con
successo quest'estate: “E adesso parlo io - Confessioni di Artiste ed Eroine al
castello” della messinese Tosi Siragusa per la regia di Gaetano Lembo.
Uno spettacolo meraviglioso che mi ha coinvolta estremamente per i suoi toni accorati, nostalgici che raccontano frammenti di esistenze passate in una dimensione senza tempo. Uno scenario magico in cui rivivono e si raccontano quindici donne (Virginia Woolf, Camille Claudel, Silvia Plath, Rossella O'Hara, Artemisia Gentileschi, Emma Bovary, Josephine Baker, Madame Butterfly, Janis Joplin, Elena, Fedra, Medea, Penelope, Didone, Cleopatra), protagoniste di un viaggio tra diverse epoche.
Il Commissario Maretti interpretato dall'attore Giuliano Mozzato |
Anche quest’anno alla 77ᵃ Mostra Internazionale di Venezia, il commissario Maretti, interpretato dall’attore Giuliano Mozzato, è protagonista del nuovo lungometraggio dal titolo molto intrigante “ IL SEGRETO DEL CONTE LONZINA” presentato dallo stesso Mozzato e Bob One.
La trama si rifà ad un tragico evento avvenuto 23 anni fa, quando
la moglie del conte Lonzina, Lucrezia, viene trovata senza vita ai piedi della
torre del castello dove dimorano i due nobili coniugi. Come da prassi, sta al
commissario Maretti indagare sulla strana morte della contessa, il cui fantasma
gli compare ogni notte, rivelandogli il suo segreto: lei è stata assassinata
nella chiesa adiacente e poi gettata nella torre.
Tutto il cast e molti presenti presso la sala del ristorante TNT
di Caorle, dove si sono intrattenuti gli ospiti, hanno potuto assistere alla
proiezione del film.
Il cast de "Il segreto del Conte Lonzina" |
Presente il regista stesso, Giuseppe Ardita, oltre a molti attori, tra cui Mauro Cicciarello, ex braccio destro del commissario, Helen Kine, scenografo e attore, Fabio della Tomba, il conte Lonzina, Renato Nuvoletto, custode dell’annesso Castello di Stigliano a Santa Maria di Sala.
Giuliano Mozzato, per l’occasione, ha annunciato anche le riprese del suo prossimo lavoro in collaborazione con l’associazione culturale Veneto Film.Sarà un film di spessore, dato che si rifarà all’opera di Ugo Foscolo, Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis.A interpretare Jacopo Ortis spetterà al giovane Lazam Abazi proveniente dall’ accademia teatrale di Milano che affiancherà lo stesso Mozzato nel film.
Sul set de "Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis" per la regia di Helen Kine |
Grande entusiasmo da parte del pubblico presente ha caratterizzato la serata.
Presente anche la terza finalista di Miss Universo , la bellissima
Sofia Vecchiatini che, per l’occasione ha indossato una creazione della
stilista MR MAGDA ERRE, tratta dalla sua collezione red carpet “Diva”.
MR MAGDA ERRE e il suo collaboratore Tony Art con Miss Universo Sofia Vecchiatini |
Interviste ai protagonisti de "IL SEGRETO DEL CONTE LONZINA"